Tenersi per mano, soprattutto quando si soffre, aiuta a sincronizzare le onde cerebrali e allevia il dolore. Questa è la conclusione di uno studio pubblicato dal PNAS a cura di Pavel Goldstein (ricercatore di scienze cognitive dell’Università di Boulder, Colorado), di Irit Weissman-Fogel e Simone Shamay-Tsoory dell’Università di Haïfa, e di Guillaume Dumas dell’Institut Pasteur.

Gli autori ricordano che toccarsi ha un ruolo importante nella comunicazione interpersonale. E’ già stato dimostrato in passato che toccarsi può ridurre lo stress e la percezione del dolore. In particolare, il contatto “di pelle” può avere un effetto analgesico nei neonati (come afferma uno studio della scuola di Medicina dell’Università di Boston). O , ancora, si sa che la stimolazione tattile ha un effetto su certe zone del cervello coinvolte nell’analgesia e che un tocco affettuoso influenza la percezione del dolore. Infine, prendere la mano del partner diminuisce l’ansia e lo stress. Eppure fino ad oggi non si conosceva l’effetto di questi gesti a livello cerebrale.

I ricercatori hanno dotato 22 coppie fra i 23 e i 32 anni di caschi da elettroencefalogramma (EEG) che misura l’attività elettrica della corteccia cerebrale. Questa attività è modulata a seconda dei nostri stati di coscienza. Poi i partner sono stati messi in diverse situazioni. hanno dovuto sedersi fianco a fianco senza toccarsi, in due stanze separate oppure tenendosi le mani. Contemporaneamente le loro onde cerebrali venivano registrate.

In un secondo momento, le coppie hanno ripetuto le stesse situazioni ma questa volta ad uno dei due partner è stato somministrato uno stimolo doloroso (calore sul braccio).

Goldstein ha osservato che in presenza del partner, con o senza contatto fisico, si verifica una sincronizzazione sulle onde cerebrali alfa, importanti per la concentrazione dell’attenzione. Questa sincronia aumenta quando le coppie si tengono le mani. E ancora di più quando uno dei due soffre. I risultati indicano che tenersi per mano quando si prova dolore aumenta la sincronia fra i cervelli ed è correlato a una maggiore analgesia e all’empatia col partner, assicurano gli autori. Questi risultati portano un contributo unico alla comprensione dei meccanismi fisiologici dell’analgesia legati al tocco.

(testo pubblicato da Elena Sender il 12.03.2018 su www.sciencesetavenir.fr,  tradotto dal Francese e adattato da A. Corrias)

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