IMG_8474Telefoni cellulari, computer, videogiochi, iPad… Oggi abbiamo a disposizione innumerevoli dispositivi elettronici che semplificano e rendono rapide le comunicazioni con tutto il mondo, aiutandoci a tenerci in contatto con parenti, amici, colleghi. Questi “nuovi” strumenti, è chiaro, stanno modificando le nostre abitudini e comportamenti in maniera drastica. Ma quale effetto hanno sui bambini e il loro sviluppo cognitivo? La tecnologia è progredita e si è diffusa a tal punto che iPad e lavagne elettroniche stanno diventando un elemento importante in classe, prendendo via via il posto delle vecchie lavagne e dei libri cartacei. E’ davvero un bene?

Se, da un lato, siamo tutti d’accordo sul fatto che i giochini elettronici o le consolle non possono essere considerate il migliore strumento “educativo” per i nostri figli, dall’altro è anche vero che esistono diverse applicazioni e strumenti di apprendimento tecnologici che gli insegnanti della scuola primaria e secondaria hanno cominciato ad adottare con una certa frequenza nelle loro classi. Internet ha reso le informazioni disponibili a tutti e quindi ha cambiato radicalmente anche una parte del lavoro dello studente.

Infondo, anche i più restii fra quanti sono nati prima dell’era digitale hanno ormai imparato a scrivere testi, scattare foto e utilizzare il GPS sui telefonini. I bambini entrano in contatto – e quindi diventano fruitori – con questi dispositivi molto presto e, così facendo, diventano subito molto più bravi di noi (dato che, spesso, sono quegli stessi strumenti cui i genitori fanno ricorso per distrarre i figli o tenerli occupati, tanto a casa che fuori).

Un recente studio sul “Journal of Hand Therapy” dimostra, tuttavia, che i giovani adulti hanno sorprendentemente meno forza nelle mani e nella presa rispetto alle generazioni più vecchie; e questo potrebbe essere uno degli effetti collaterali dell’uso abituale dei dispositivi elettronici a scapito di penna e matita.

Se i terapisti occupazionali stanno già vedendo i segni di una presa più debole negli adolescenti, che cosa possiamo aspettarci dalle generazioni più recenti? E’ possibile che questo sia uno dei motivi per cui nelle nostre scuole incontriamo sempre più casi di ritardo dell’apprendimento e di problemi sensoriali?

Di certo, sappiamo che quando i bambini hanno poca forza nelle mani, anche semplici compiti di apprendimento rischiano di diventare difficili, come ad esempio tenere una matita, stabilire la dominanza destra o sinistra, scrivere lettere e numeri correttamente, allacciare bottoni o cerniere, riuscire a scrivere senza stancarsi subito e sviluppare il coordinamento occhio-mano necessario per la lettura.

Qualcuno potrebbe anche dire che non si tratta di una cosa così importante, visto che la maggior parte di noi ormai usa le tastiere e non più gli strumenti di scrittura tradizionali. Provate a riflettere: quando è stata l’ultima volta che avete preso appunti a mano o avete scritto una lettera “di carta”? Ci stiamo abituando sempre di più a fare tutto “digitalmente”, attraverso i computer o i cellulari, sia in ufficio che a casa.

Allora perché continuare a preoccuparci e a stimolare la forza della presa della mano? Sviluppare la forza della mano e le abilità motorie fini del bambino non riguarda solo la scrittura a mano o il modo in cui si impugna la matita. I ricercatori hanno individuato un’interessante connessione tra l’uso delle mani e le competenze di motricità fine (come impugnare, appunto, la matita o la penna) e l’utilizzo di entrambi gli emisferi cerebrali, che hanno modalità di apprendimento diverso (semplificando, il destro creativo ed emotivo e il sinistro analitico e logico). Se il cervello non riesce a passare da un apprendimento destro del cervello a un apprendimento sinistro, i bambini rivelano, crescendo, un approccio più emotivo, invece che logico. Sarebbe questa la ragione per cui molti genitori e insegnanti rilevano più difficoltà di attenzione, eccesso di risposta agli stimoli sensoriali, ansia e problemi di radicamento emotivo.

Rafforzare la presa della mano del bambino con attività motorie fini e attraverso la scrittura tradizionale può aiutare a attivare l’emisfero sinistro del cervello e quindi a progredire nell’apprendimento, per raggiungere e padroneggiare la capacità di organizzazione, di portare a termine i compiti, di ricordare fatti e particolari, operando un miglior controllo delle emozioni, della parola, del linguaggio e altro ancora.

La presa della matita e la scrittura a mano sono pietre miliari del percorso di crescita e sviluppo che ha inizio quando, ancora piccolissimi, i bambini iniziano ad afferrare e a raggiungere oggetti diversi. Con la pratica, afferrando le palline o strizzando i giocattoli morbidi, le mani, le dita, i polsi e i gomiti si rafforzano e li mettono in grado di iniziare a colorare con pennarelli e pastelli grossi. Questo accade quando la presa palmare del bambino comincia a svilupparsi. Man mano che il bambino cresce, la presa palmare dovrebbe passare automaticamente alla presa a tenaglia necessaria per la scrittura e per tenere una matita in modo corretto.

Se i bambini si abituano a usare touch screen e tastiere, trascurando completamente l’allenamento rappresentato dalla scrittura e dal disegno, mancheranno una fase importante del loro percorso formativo.

N.B. Per escludere questo problema, fortunatamente, esistono diverse attività ed esercizi divertenti messi a punto dagli esperti (da praticare almeno 20 minuti al giorno sotto la supervisione di un adulto).

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