Negli ultimi 20 anni si sono moltiplicati gli studi scientifici che attestano che l’esercizio fisico ha un ruolo importante non solo nella salute del corpo ma anche nella salute del cervello e nel suo funzionamento. Oggi sappiamo che l’attività fisica accresce la sopravvivenza neurale e la resistenza ai danni cerebrali, promuove la vascolarizzazione, stimola la neurogenesi, migliora l’apprendimento e contribuisce al mantenimento delle funzioni cognitive.

Un allenamento aerobico regolare contribuisce a migliorare la qualità della vita, allevia la depressione, e migliora il benessere fisico generale anche nei soggetti affetti malattie neurodegenerative come la Sclerosi Multipla. Se in passato si suggeriva di evitare l’esercizio fisico in quanto alcuni sintomi tendono a peggiorare temporaneamente quando la temperatura corporea aumenta (fenomeno di Utthoff), oggi si consiglia di praticare dell’esercizio fisico, per quanto moderato e controllato.

Studi recenti sostengono che (prof. Ruchika Shaurya Prakash at Ohio State University, “Aerobic Fitness is Associated with Gray Matter Volume and White Matter Integrity in Multiple Sclerosis”, Brain Res. 2010 Jun 23; 1341C: 41-51) l’attività aerobica aiuta a limitare i danni al cervello: “L’ipotesi è che l’esercizio aerobico migliori i fattori di crescita nervosa nei pazienti affetti da SM, i quali accrescono il volume della materia grigia e l’integrità della materia bianca”.

Come ricorda il prof. Norman Doidge (“Le guarigioni del cervello”, Ponte alle Grazie, 2015): “Il cervello neuroplastico si è evoluto per imparare. Quando una persona non può più muoversi, vede di meno, sente di meno, elabora meno informazioni e il cervello comincia ad atrofizzarsi per la mancanza di stimoli (a meno che si tratti di un intellettuale, ma anche in questo caso i sistemi neuroplastici richiedono il movimento fisico per generare nuove cellule e produrre il fattore di crescita nervoso). I malati sviluppano deficit cognitivi con un tasso più elevato della popolazione sana”.

Un altro aspetto significativo da considerare è, inoltre, lo stress. I pazienti affetti da malattie neurodegenerative devono modificare le proprie abitudini e il proprio stile di vita. Gli stessi bisogni essenziali vengono sconvolti da impedimenti che colpiscono a tutto tondo. In primis sono proprio i disagi fisici a condizionare le giornate. E anche lo stato psicologico ne risente pesantemente: dalla condizione invalidante che producono le malattie neurodegenerative deriva la percezione di una sofferta condizione psicologica, dominata da sconforto e prostrazione.

Il malato è quindi soggetto a numerosi stress – che vanno dalla perdita di funzioni corporee essenziali, alla perdita del ruolo lavorativo, sociale, familiare, alla difficoltà di programmare il futuro – che spesso portano a sviluppare un vero e proprio “rifiuto del corpo”, per cui il soggetto tende ad estraniarsi da sé, a rifugiarsi nel mondo dei “pensieri” e a non voler più ascoltare il corpo, vissuto come “traditore”.

In tutti questi casi, come Doidge sottolinea, è possibile trarre un notevole beneficio dal ritrovare la consapevolezza del proprio corpo attraverso una pratica dolce, quale il BRAIN GYM, concentrata sul “qui e ora”. La neuroplasticità viene stimolata potentemente dal movimento lento e consapevole, dall’osservazione di noi stessi e di come agiamo/reagiamo al movimento. Il cervello, infatti, non può pensare senza la funzione motoria. E la consapevolezza motoria è la chiave per migliorare il movimento.

Il BRAIN GYM, attraverso semplici esercizi, stimola il corpo e, attraverso di esso, il cervello per aiutare l’intero sistema a ritrovare il miglior equilibrio possibile.

Invitandoci a re-imparare ad ascoltare il nostro corpo, il BRAIN GYM ci aiuta raggiungere una migliore consapevolezza corporea e insieme un miglioramento di…

  • funzione motoria,
  • equilibrio psico-fisico
  • coordinazione motoria, grossa e fine
  • equilibrio vestibolare
  • binocularità
  • ascolto
  • concentrazione e memoria
  • capacità di comprendere
  • capacità di espressione.

In particolare, il BRAIN GYM porta grande attenzione a tre punti che risultano significativi per chi è affetto da SM:

  • l’equilibrio: vi sono esercizi specifici molto semplici che il soggetto può poi praticare anche a casa, in autonomia;
  • la flessibilità: gli esercizi di BRAIN GYM sono dividi in 3 gruppi principali, e uno di questi è specificamente dedicato a varie attività di allungamento;
  • la termo-sensibilità: gli esercizi di BRAIN GYM sono praticati con lentezza e si incoraggia il consumo di acqua prima, durante e dopo in modo da rimanere adeguatamente idratati.

Origini del BRAIN GYM:

Il BRAIN GYM e la disciplina da cui è originato, la Kinesiologia Educativa (o Edu-K) sono il risultato di oltre 20 anni di ricerca di Paul E. Dennison, (inizialmente un insegnante specialista in difficoltà di lettura). Era il 1969 e Dennison aveva fondato alcuni centri di aiuto alla lettura nel sud della California. I suoi principali clienti erano adulti e bambini con importanti problematiche; molti erano dislessici. La sua personale esperienza di “bambino con difficoltà di apprendimento” lo aveva messo in condizione di comprendere bene l’impatto emotivo e psicologico di tali problematiche. Si dedicò allo studio della relazione fra pensiero e lettura, collaborando con esperti di sviluppo motorio e visivo. Queste collaborazioni confermarono via via l’importanza del movimento fisico per l’apprendimento. Attinse poi a varie tecniche e discipline per inserire nel programma movimenti specifici:

– attività derivanti dall’allenamento visivo incoraggiavano la coordinazione occhio-mano, la binocularità e la messa a fuoco;

– tecniche di allungamento muscolare provenienti dalla danza e dalle terapie corporee (metodo Feldenkrais, Alexander ecc.) rilassavano la tensione muscolare e riportavano il corpo al suo naturale allineamento;

– attività provenienti dal Touch For Health (basate sullo studio della medicina cinese e, in particolare, dei meridiani energetici) miglioravano l’equilibrio del sistema corpo-mente.

Dennison e sua moglie, Gail, misero a punto 26 movimenti grazie ai quali era possibile rafforzare le abilità di base (come la capacità di mettere a fuoco o di seguire un oggetto in modo fluido, il controllo posturale, la coordinazione sinistra-destra, l’orientamento spaziale, il processo uditivo) che sono tutte necessarie per riuscire nello studio come in molte situazioni della vita quotidiana.

Oggi il BRAIN GYM è diffuso in oltre 80 paesi e viene utilizzato in scuole, ospedali, centri riabilitazione, sia per i bambini che per gli adulti.

Nota bene: il BRAIN GYM non è una terapia ma un metodo educativo basato sul movimento e una straordinaria risorsa per migliorare la qualità della vita ad ogni età e in qualsiasi condizione. Gli esercizi non presentano alcuna controindicazione e possono venire facilmente adattati alle condizioni del soggetto.

 

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